Cerca nel blog

giovedì 19 maggio 2016

Recensione "Acqua agli elefanti" di Sara Gruen


TITOLO: Acqua agli elefanti
AUTRICE: Sara Gruen
TITOLO ORIGINALE: Water for elephants
TRADUZIONE: Ada Arduini
EDITORE: Beat
NUMERO PAGINE: 363
ISBN: 978-88-6559-040-9


TRAMA
In un giorno degli anni Trenta a Norwich, una piccola città del Connecticut, passa il treno che trasporta "Il Più Strabiliante Spettacolo del Mondo dei Fratelli Benzini", uno di quei circhi itineranti che attraversano in lungo e in largo l'America stremata della Grande Depressione col loro strabiliante carico di donne-cannone, nani, mostri e animali esotici.
Jacob Jancowski, giovane studente di veterinaria di Norwich, accetta di buon grado la proposta avanzatagli da Zio Al, il megalomane proprietario del circo dei Fratelli Benzini, di curare gli animali del circo. In quel mondo, sottoposto ai capricci e agli umori del volubile direttore e domatore August Rosenbluth, Jacob viene profondamente turbato da due figure: Marlena, la bella moglie di Rosenbluth, la ragazza che lascia ogni sera stupefatti gli spettatori coi suoi numeri acrobatici ed equestri, e Rosie, l'immensa, pacifica elefantessa che brama limonate e sembra incapace di obbedire al più semplice dei comandi. Un turbamento pericoloso, visto che sia Marlena che Rosie sono in balia di Rosenbluth, prime vittime della sua gelosia, dei suoi instabili umori e della sua inarrestabile violenza.

GIUDIZIO PERSONALE
Acqua agli elefanti è quel genere di romanzo che, durante la lettura, ti fa perdere completamente la cognizione del tempo e dello spazio presenti e, come per magia, ti proietta nella realtà descritta. Lo stesso metodo narrativo, contribuisce a rafforzare questa sensazione poiché la storia segue il filo dei ricordi del protagonista, io narrante, attraverso un' altalena di flashback tra vecchiaia e giovinezza.
La storia ha inizio con un Jacob ormai vecchio e provato, solo e "parcheggiato" in una casa di riposo per anziani dai figli che, tra una dimenticanza e l'altra, vanno a trovarlo. E' un giorno importante quello, poiché il circo è arrivato in città portando con sé allegria ed entusiasmo. Quel tendone a strisce colorate bianche e rosse e il profumo di arachidi e zucchero filato suscitano in Jacob antichi ricordi e la visita al circo diventa il pretesto per poter introdurre la sua storia.
Ed ecco che ci troviamo catapultati nell'America degli anni Trenta, quelli della Grande Depressione e del proibizionismo, dove l'intrattenimento spettacolare diventa quasi una necessità per sfuggire alla miseria e alla povertà causate dalla grave crisi economica. Terreno fertile, quindi, per la nascita e il proliferare dei grandi circhi itineranti su rotaie, con le loro meraviglie e il loro bagaglio di freaks, "saltimbanchi" e animali più disparati. 
Alla soglia della laurea, il poco più che ventenne Jacob Jankowski è pronto per gli esami finali presso la prestigiosa università Cornell. Diventerà veterinario, come suo padre e, presso il suo studio, si unirà a lui per svolgere la professione. La sua esistenza è già stata perfettamente programmata ma il destino, si sa, a volte prende pieghe inaspettate e, proprio il giorno dell'esame finale, tira un brutto tiro al ragazzo che, nel bel mezzo della prova, viene informato dell'improvvisa e violenta morte dei genitori. Il traumatico evento lo costringerà a cambiare completamente rotta e, trovandosi senza laurea e senza alcuna eredità, Jacob prende la drastica decisione di abbandonare tutto, o meglio, quel poco che gli resta, e vagare senza alcuna meta. Scelta abbastanza frequente all'epoca della depressione, quella di vivere alla giornata. Lascia così la città seguendo le rotaie del treno ed eccolo, il suo destino: un treno in corsa nel cuore della notte! E' il treno del "più strabiliante spettacolo del mondo dei Fratelli Benzini"dove Jacob trova impiego come veterinario. Un salto improvviso, d'istinto, e la vita del ragazzo cambia drasticamente, così come l'atmosfera della narrazione. Il circo, sembra vivere in una realtà senza tempo, un mondo a sé, alieno alla realtà circostante, alla quale si accosta solo per in tempo necessario dello spettacolo. La descrizione di questo affascinante ambiente non è fatta a caso ma è frutto di un'accurato lavoro di ricerca storica sui circhi americani dell'epoca. Tant'è che molti aneddoti narrati sono estrapolati da eventi realmente accaduti. Il circo appare e scompare come d'incanto, tra l'alba e la notte successiva. Per gli spettatori è una realtà ammaliante e irresistibile così come per il lettore che brama di potervi fare parte. Il circo è però anche altro: dietro una sfavillante apparenza, tra lustrini e facce dipinte, si cela però una macchina spietatamente perfetta. Una vera e propria catena di montaggio, dove tutti, nessuno escluso, seppur con ruoli e dinamiche differenti, sono indispensabili alla sua sopravvivenza. Una rigidissima e netta piramide gerarchica: tra operai e artisti non vi è alcun contatto o legame così come tra il circo e il mondo esterno. Al vertice, il proprietario: zio Al che, impietosamente, muove i fili a suo piacimento, a seconda dell'umore e degli incassi giornalieri. Non di rado, nei periodi di magra, gli operai "vedono rosso". Vengono gettati dal treno in corsa, in piena notte, laddove il denaro non è più sufficiente a pagare la manodopera. 
Andando avanti nella lettura, ci caliamo in un'atmosfera vintage che ricorda le vecchie fotografie d'epoca e familiarizziamo con i diversi personaggi del racconto dei quali, tuttavia, non viene offerta al lettore una dettagliata caratterizzazione. Probabilmente per una mera scelta stilistica, vengono descritti senza alcun approfondimento psicologico. Ad eccezione dell'io narrante, che svela di se stesso ogni pensiero o sensazione, degli altri conosciamo solo il frutto delle loro azioni e scelte. Ci appaiono così o del tutto negativi o l'esatto opposto, senza alcuna via di mezzo. Connotazione che spesso, scaturisce in maniera spontanea dal modo in cui si relazionano agli animali del circo. Questi vengono presentati al lettore con un anima migliore di quella degli esseri umani. Puri e innocenti, spesso vittime della "bestiale brutalità umana", non possono non far percepire al lettore la feroce critica per il trattamento riservato agli animali nei circhi di una volta e non solo. Non vi è infatti alcuna redenzione, all'interno della narrazione, per chi maltratta gli animali. Tra loro, protagonista indiscussa è la mastodontica e mansueta elefantessa Rosie che, assieme alla dolce Marlena, conquista il cuore di Jacob. Anche qui, specifica l'autrice, Rosie vuole essere un tributo a due elefantesse realmente esistite e operanti nei circhi di quegli anni. Una di queste, Topsy, brutalmente uccisa sulla sedia elettrica.
Il testo è anche un romanzo di formazione. Jacob, dopo l'incredibile esperienza di vita itinerante, si scoprirà completamente mutato. Verrà posto dinanzi a dure prove e ostacoli e attraverso la durezza della vita del circo, imparerà a maturare e a scoprirsi uomo. La stessa storia d'amore con la bella Marlena costituisce una sorta di iniziazione al sesso e a determinate sensazioni, prima a lui estranee o lontane anni luce. La storia d'amore costituisce una lenta progressione. Essendo un amore proibito viene narrato attraverso timidi sguardi e mani che si sfiorano.
Non può inoltre non muovere a compassione il contrasto, implicito nel testo, tra il Jacob giovane e vigoroso per contro al vecchio che narra la vicenda. La storia che Jacob narra, è una fonte di ricchezza inestimabile e necessitava di essere narrata e tramandata. Da qui. in senso più generale, l'importanza di preservare la memoria storica, attraverso l'ascolto di chi è più vecchio.
Una lettura assolutamente piacevole e consigliata!

AUTRICE
Sara Gruen è autrice del best seller Riding lessons. 
Animalista convinta, vive col marito, tre figli, cinque gatti, due capre, un cane e un cavallo in una comunità ambientaista a nord di Chicago. Per scrivere Acqua agli elefanti si è attentamente documentata sui circhi itineranti degli anni Trenta, durante la Grande Depressione, e sui trattamenti che riservavano agli animali.

PUOI ACQUISTARE IL LIBRO QUI:




2 commenti:

Angela ha detto...

ciao Claudia!
ricordo di aver visto il film, ed era bello, immagino il libro meriti ancor di più!!

☆ღ )O(Claudia)O( ღ☆ ha detto...

Io ho letto prima il libro e poi ho guardato il film. Se devo giudicare il secondo, senza metterlo in relazione al romanzo da cui è stato tratto, è sicuramente un bel film, e gli attori sono straordinari, primo tra tutti Christoph Waltz (August). Ma il libro e tutta un'altra storia. Molte cose sono state omesse, o addirittura inventate, e altrettante perdono di senso, perché modificate rispetto alla narrazione. Ti consiglio decisamente il romanzo. La differenza è notevole! ;)

.

.

Archivio blog